Torino, 14 settembre 1938
Caro Codignola,
mi permetto senz'altro di accettare il tu, che mi hai fatto l'onore di offrirmi. Anche a me sembra in questi momenti naturale. Non mai come ora posso distinguere tra amici e colleghi, se dei miei colleghi di Facoltà non uno si è fatto vivo in qualsiasi modo.
[...]
Per tornare alle mie allegrie, ti avrei scritto per consiglio anche se tu non mi avessi preceduto in una forma che mi ha fatto così bene. Credo opportuno di precisarti sia la mia situazione, sia i passi che ho immediatamente compiuto. Vorrei un tuo parere, e in particolare se scorgi altre possibilità.
Come ebbi occasione di accennarti, io ho la duplice responsabilità della mia famiglia e di quella di mio padre. [...]
La maggior difficoltà per me è quindi che non ho riserve per aspettare: se, come è probabile, il Ministero non darà indennizzi speciali, io ho da mangiare, dopo il 15 ottobre, per tre mesi.
Io non vedo altre vie che le seguenti: o un lavoro continuativo presso qualche editore, che mi possa o voglia prendere o cercare un posto all'estero - o in un istituto straniero d'Italia.
Nel primo ordine di idee - editore - ho scritto subito il 3 settembre a Federico Gentile, dato che Gentile padre ha dimostrato sempre di apprezzare molto il mio lavoro fatto all'Enciclopedia. La risposta, ricevuta ieri, è che impieghi sono proibiti - libri scolastici non pubblicabili (il che naturalmente sapevo) - e per accenni di altre idee che potrebbero avere sviluppi, l'unica offerta concreta è di collaborare alla traduzione di un vocabolario greco dal francese.
Nel secondo ordine, ho finora scritto al professore di storia romana di Oxford, H. Last, che a suo tempo prese l'iniziativa di far tradurre il mio Claudio, e poi a Carcopino: Corcopino non mi ha ancora potuto rispondere; Last mi ha risposto con una lettera che ti trascrivo a parte, perchè credo che solo il mio complesso dia insieme l'impressione della serietà con cui il Last ha preso la cosa, ma anche della difficoltà che vede. Scriverò ancora a qualche americano di mia conoscenza per l'America e l'Accademia americana di Roma.
A prescindere da altri suggerimenti che mi potrai dare, a mezzo tuo vorrei sapere se per caso non esistesse qualche possibilità negli Istituti stranieri di Firenze (farei, s'intende, il professore d'italiano, il bibliotecario [ho esperienza specifica e documentabile di bibliotecario], oltre che l'insegnante di cose classiche, se occorre). Vorrei poi sapere se nel programma della Nuova Italia e dell'Ente Cultura ci sia qualche possibilità. Sebbene si tenda a qualcosa di stabile, è ovvio che in questi mesi mi è necessario anzi tutto poter prolungare la resistenza.
[...]
Mi vergogno della lunghezza delle mie chiacchiere. Possano almeno dirti che tutte queste vicende mi hanno solo riconfermato nella fede negli studi e negli ideali laici in cui già credevo.
Un devoto e grato saluto.
Arnaldo Momigliano
CASNS, Ernesto Codignola, carteggio fasc. Momigliano Arnaldo, lettera del 14 sett. 1938, cc. 2 ms.
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