L’Archivio della Fondazione Ezio Franceschini

Inventari dei fondi di filologi del Novecento

Nardi Bruno

Spianate di Altopascio (LU) 24 giugno 1884 - Roma 9 luglio 1968

Descrizione:
Giovanni Bruno Nardi nacque a Spianate, frazione di Altopascio, in provincia di Lucca, il 24 giugno 1884. Primo dei nove figli di Pietro Angiolo e di Elena Raugi, agricoltori piuttosto agiati, all’età di circa nove anni fu mandato a scuola dal parroco del paese e nell’aprile del 1896 entrò nel collegio di Buggiano, retto dai frati francescani riformati. Nel 1900, a sedici anni, prese i voti semplici di chierico professo divenendo frate Angelo, ma ad appena un anno di distanza abbandonò la vita che aveva abbracciato «forse con più deliberazione che sentimento». Il desiderio di proseguire gli studi e le pressioni dell’ambiente familiare, tuttavia, lo spinsero a entrare al seminario di Pescia, dove divenne sacerdote il 4 marzo 1907. Nel seminario di Pescia erano presenti istanze moderniste, alle quali Nardi non dovette essere del tutto insensibile, ma che non andarono oltre, come ammise lui stesso in seguito, il semplice «quarto d’ora» di simpatia. Appena ottenuto il diploma dalla Facoltà Teologica fiorentina, nel 1908, gli fu conferita una borsa di studio dell’Opera Pia Leopoldo Galeotti, per consentirgli di studiare, nei successivi tre anni, presso l’Institut Supérieur Saint Thomas di Lovanio, dove si laureò in filosofia nel febbraio 1911con una tesi intitolata “Sigieri di Brabante nella Divina Commedia e le fonti della filosofia di Dante”, sotto la guida di Maurice De Wulf. La tesi di Lovanio è identificata dallo stesso Nardi come il punto di partenza dal quale scaturisce la maggior parte della sua produzione scientifica: Dante, Sigieri, l’averroismo costituiranno un filone di ricerca seguito durante l’intera carriera dello studioso. Ottenuto un quarto anno della borsa di studio, si spostò tra Vienna, Berlino e Bonn seguendo i corsi di Friedrich Jodl, Robert Reininger, Alois Riehl, Georg Simmel, Adolf von Harnack, Adolf Dyroff e altri. Nel novembre del 1914, dopo un travagliato periodo di riflessione, Nardi si spogliò dell’abito ecclesiastico e fu sospeso a divinis senza subire particolari censure. Mutata la prospettiva della propria vita, e volendo intraprendere l’attività di insegnante nelle scuole italiane, si iscrisse all’Istituto di Studi Superiori di Firenze, con dispensa dagli esami e con il solo obbligo di tesi, al fine di convalidare la laurea belga, non riconosciuta in Italia. Nell’Istituto fiorentino seguì le lezioni di Francesco De Sarlo e di Giuseppe Melli, laureandosi con il secondo nel 1919 con la tesi “Le dottrine filosofiche di Pietro d’Abano”. Fin dall’ottobre del 1916, intanto, aveva cominciato a insegnare nelle scuole medie superiori, inizialmente come supplente e successivamente come insegnante di ruolo. Il primo incarico lo ebbe a Mantova, dove risedette fino al 1934. Gli anni di Mantova vedono Nardi impegnato a seguire i consueti studi di filosofia medievale e dantesca, ma aprono un nuovo indirizzo di ricerca, quello degli studi sul luogo natale di Virgilio, e registrano l’attività dello studioso come organizzatore di imprese culturali: già alla guida dell’Università Popolare di Mantova, fu confermato come presidente nel 1927, quando l’ente divenne Istituto Fascista di Cultura. Dopo un triennio di intensa attività, tuttavia, la carica non fu rinnovata. Nel 1934 fu giudicato «maturo» nel concorso per la cattedra di Filosofia e storia della filosofia al Magistero dell’Università di Messina e nel 1938 ottenne lo stesso giudizio nel concorso per la cattedra di Storia della filosofia, sempre a Messina. A partire dall’anno scolastico 1934-1935 si trasferì a Milano, dove insegnò al Liceo scientifico Vittorio Veneto e dal 1938 si spostò a Roma per insegnare al liceo classico Torquato Tasso, dove rimase fino al 1949. Nel mese di marzo del 1938 Nardi aveva intanto ottenuto la libera docenza in Storia della filosofia medievale e, nell’ottobre dello stesso anno, ebbe l’incarico di questa materia all’Università di Roma. Dal 1948 tenne anche l’incarico di Storia della Filosofia, succedendo a Guido De Ruggiero, ma solo nel 1951, all’età di sessantasette anni, divenne professore ordinario. Morì a Roma il 9 luglio 1968, appena dopo aver licenziato per le stampe il suo ultimo lavoro sulla “Monarchia” di Dante. Nardi fece parte dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia Nazionale Virgiliana di Mantova e di altre accademie; fu inoltre insignito di numerosi riconoscimenti: nel 1952 gli fu assegnata dal presidente della Repubblica la Medaglia d’oro di benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte; nel 1955 vinse il premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei; nel 1959 la Serena Medal della British Academy; nel 1960 la Penna d’Oro della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Gli fu conferita la laurea “honoris causa” dalle università di Padova (1962) e di Oxford (1964). Molti saggi di Nardi si possono leggere riuniti in volume; si segnalano: “Saggi di filosofia dantesca”, Milano-Genova-Roma-Napoli 1930; “Dante e la cultura medievale”, Bari 1942; “Nel mondo di Dante”, Roma 1944; “Sigieri di Brabante nel pensiero del Rinascimento italiano”, Roma 1945; “Saggi sull’aristotelismo padovano dal secolo XIV al XVI”, Firenze 1958; “Studi di filosofia medievale”, Roma 1960; “Dal ‘Convivio’ alla ‘Commedia’”, Roma 1960; “Mantuanitas Vergiliana”, Roma 1963; “Studi su Pietro Pomponazzi”, Firenze 1965. Sono usciti postumi: “Saggi sulla cultura veneta del Quattro e Cinquecento”, Padova 1971, e “«Lecturae» e altri studi danteschi”, Firenze 1988.

Complessi archivistici: