Nel 1957 Mancini donò alla Scuola il proprio fondo.
Nacque nel 1875 a Livorno. Nel 1891 partecipò al concorso di ammissione della Scuola diventandone allievo nello stesso anno, contestualmente si iscrisse a lettere all'università pisana. Dopo la laurea, conseguita nel 1895, iniziò a insegnare a Lucca dove presto si trasferì. Nel 1898 fu nominato libero docente di letteratura greca; nel 1902 ottenne la cattedra di grammatica greca e latina a Messina succedendo a Pascoli; a Palermo rimase fino al 1907 anno in cui fu chiamato dall’università di Pisa per sostituire il Pascoli.
Fu membro di numerosi accademie, presidente dell'Accademia lucchese di scienze lettere ed arti; membro dell'Accademia dei Lincei.
Mancini fu dotato di un profondo senso civico, svolse numerose attività, sia sociali che politiche. Sostenitore delle idee di Mazzini fu artefice della nascita della Domus Mazziniana di Pisa, della quale fu il primo presidente. I suoi ideali repubblicani lo portarono ad iscriversi al partico repubblicano, fino al 1913, anno nel quale se ne dissociò non condividendone la linea politica astensionista. Fu rieletto al Parlamento nel 1919 e nel 1921 e, dopo la disgregazione dei radicali, entrò nel nuovo partito della Democrazia Sociale, capeggiato dal duca Colonna Di Cesarò. Si ritirò dalla vita politica pubblica dopo il delitto Matteotti; a Lucca diede vita e guidò un’organizzazione antifascista clandestina firmò inoltre il manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce.
A partire dal 1943 sostenne i gruppi lucchesi della resistenza, per questo sostegno trascorse alcuni mesi di prigione, dal 5 gennaio fino al 15 maggio 1944 diventando il punto di riferimento della democrazia lucchese. Fu infatti scelto come primo presidente del Comitato di Liberazione clandestino della città toscana.
Il Centro archivistico ha aderito a "Carte in dimora | archivi e biblioteche: storie tra passato e futuro" giornata nazionale di apertura di archivi e…